Gret Palucca (Monaco 1902 – Dresda 1993), nome d’arte di Margarethe Paluka, nasce l’8 gennaio 1902 a Monaco di Baviera da Max Paluka, farmacista originario di Costantinopoli, e da sua moglie Rosa, tedesca di origini ungheresi. Dopo la nascita del fratello Hans nel 1904, tutta la famiglia si trasferisce in California a San Francisco. Nel 1909 la piccola Margarethe torna in Germania con la madre e il fratello, e si stabilisce a Dresda, dove dal 1914 al 1916 frequenta la scuola di balletto classico di Heinrich Kröller. Il 7 novembre 2019, durante un’esibizione a Dresda, incontra per la prima volta Mary Wigman, allieva di Rudolf Laban e madre della danza espressionista. Decide di abbandonare lo studio della tecnica classica e di approfondire gli studi di danza con Wigman, di cui dal 1921 diventa una delle prime allieve. Nello stesso anno cambia il suo nome in Gret Palucca. Si esibisce con il gruppo di Mary Wigman fino al 1924, anno in cui inizia il suo percorso da solista. Il suo stile, a differenza di quello di Wigman, è ricco di salti, movimenti tendenti verso l’alto, contrasti tra tensione e rilassamento, forza e leggerezza. Nel 1925 apre la sua scuola di danza a Dresda, che sarà ampliata con la sede di Berlino dal 1928 e la sede di Stoccarda dal 1931. Alle sue allieve insegna l’importanza dell’improvvisazione e della precisione nella danza. In breve tempo diventa una delle Ausdruckstänzerinnen più conosciute e apprezzate. Nel gennaio 1924 sposa Friedrich (Fritz) Bienert. Grazie alla cognata Ise Bienert, allieva al Bauhaus, e alla suocera Ida Bienert, appassionata collezionista di arte moderna, entra in stretto contatto con i maestri del Bauhaus, in particolare Paul Klee, Laszlo Moholy-Nagy e Vasilij Kandinskij. Si esibisce nei locali della scuola e collabora con gli studenti, mentre lei stessa insegna i principi dell’arte moderna alle sue allieve di danza. Nel 1924 incontra per la prima volta la fotografa Charlotte Rudolph grazie a un suggerimento del critico d’arte Will Grohmann. Le prime foto vengono scattate all’aperto nel paesaggio della cosiddetta Svizzera Sassone. Le immagini riprese in studio dal 1925 riscuotono velocemente successo grazie alla pubblicazione su diverse riviste molto in voga all’epoca come Die Dame, Tempo, UHU. Nel 1926 nella rivista Das Kunstblatt appare un saggio di Kandinskij “Tanzkurven zu den Tänzen der Palucca” (Curve di danza tratte dalle danze di Palucca), nel quale spiega alcuni principi della sua pittura analizzando le foto della Rudolph che ritraggono i movimenti di Palucca. Nel 1927 altri scatti di Rudolph-Palucca vengono esposti nella mostra Das deutsche Lichtbild. Nel 1930 Palucca divorzia dal marito e intrattiene una relazione con Will Grohmann, il quale nel 1935, sotto lo pseudonimo di Olaf Rydberg, pubblicherà la prima monografia a lei dedicata. Subito dopo l’ascesa al potere del Nazionalsocialismo, Palucca continua ad insegnare nonostante il suo stato di “mezza Ebrea” dovuto alle origini ebraiche della madre. Nel 1936 partecipa alla serata d’inaugurazione delle Olimpiadi di Berlino esibendosi come solista. Con l’inasprimento della politica nazista, Palucca vede ridursi le sue possibilità lavorative prima con il divieto di esibirsi nei teatri tedeschi e infine con la chiusura della scuola nel marzo 1939. La scuola e la casa di Palucca vengono completamente distrutte dai bombardamenti degli alleati che colpiscono Dresda il 13 febbraio 1945. Dopo la fine della guerra, nel luglio 1945, la Palucca Hochschule für Tanz riapre nella nuova sede in Karcherallee 43 a Dresda, (dove si trova ancora oggi) e diventa uno dei centri di formazione artistica ufficialmente riconosciuti dalla Repubblica Democratica Tedesca. Nel 1951 lascia le scene per dedicarsi solo all’insegnamento, che porta avanti fino all’età di 85 anni. Dal 1965 al 1970 riveste la carica di Vicepresidente dell’Accademia delle Arti di Berlino. Muore a Dresda all’età di 91 anni il 22 marzo 1993. Il lascito di Palucca, che include documenti, corrispondenza privata e alcune fotografie, è conservato nell’archivio dell’Akademie der Künste di Berlino. Altre immagini e video sono conservati presso il Deutsches Tanzarchiv di Colonia e di Lipsia, nonché nell’archivio della Palucca Hochschule für Tanz di Dresda. [Sara Morassut]
Fonti e Bibl.: Wassily Kandinsky, Tanzkurven zu den Tänzen der Palucca, «Das Kunstblatt», Jg. X, n. 3, märz, 1926, pp. 117-119; Werner Schmidt, Künstler um Palucca. Ausstellung zu Ehren des 85. Geburtstages, Staatliche Kunstsammlung Dresden, Dresden 1987; Katja Erdmann-Rajski, Gret Palucca, Tanz und Zeiterfahrung in Deutschland im 20. Jahrhundert: Weimar Republik, Nationalsozialismus, Deutsche Demokratische Republik, hrsg. vom Deutschen Tanzarchiv Köln, Olms, Hildesheim 2000; Ralf Stabel, Tanz, Palucca! Die Verkörperung einer Leidenschaft. Die Biografie, Henschel, Berlin 2001; Susan L. Funkenstein, Engendering abstraction: Wassily Kandinsky, Gret Palucca and Dance curves, «Modernism/modernity», vol. 14, n. 3, 2007, pp. 389-406; Susan Funkenstein, Picturing Palucca at the Bauhaus, in Susan Manning and Lucia Ruprecht (ed.), New German Dance Studies, University of Illinois Press, Baltimore 2012; Ilaria Puri Purini, Gret Palucca and Charlotte Rudolph: Promotional Strategies to Access Modernism, «Photography and Culture», vol. 9, n. 1, 2016, pp. 25-38. Sara Morassut, Tanzphotographie. La scuola tedesca, in La camera meravigliosa. Per un atlante della fotografia di danza, a cura di Samantha Marenzi, Simona Silvestri, Francesca Pietrisanti, “La Scena dei saperi”, vol. 2, Editoriale Idea, Roma 2020. Per la bibliografia completa su Palucca si rimanda al sito della Deutsche National Bibliothek (DNB): https://portal.dnb.de/opac.htm?method=simpleSearch&query=118739093.