Hugo Erfurth (Halle sul Saale 1874 – Gaienhofen 1948) nasce il 14 ottobre 1874 a Halle sul fiume Saale, città nel Land Sassonia-Anhalt. Probabilmente figlio unico, Erfurth appartiene a una famiglia benestante originaria della Turingia. Molti dei suoi antenati sono impiegati statali, militari o artigiani, come suo padre che si occupa di tornitura. Sin da giovane mostra un forte interesse per le arti figurative che lo porterà a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Dresda dal 1892 al 1896. Già dal 1895, all’età di 21 anni, lavora come apprendista per il fotografo Wilhelm Höffert. Nel 1896 terminati gli studi, rileva lo studio del fotografo di corte Schröder. Nel 1898 sposa Helene Reuther con cui avrà tre figli Wolfgang, Gottfried e Annemarie. Nel 1906 a Dresda, acquista il palazzo del conte Lüttichau, situato di fronte alla residenza del Principe Johann Georg. Qui trasferisce la sua casa e l’atelier, che dal 1908 sarà anche una scuola, a cui dà il nome di “Lichtbildnerei Erfurth”. La nuova abitazione di Erfurth diventa in poco tempo uno dei luoghi di maggiore interesse culturale della città. Artisti, personaggi politici, membri della famiglia reale e aspiranti fotografi passano da qui. Tra i suoi clienti più affezionati figurano i principi di Sassonia e i pittori Oskar Kokoschka, Paul Klee e soprattutto Otto Dix, con il quale dal 1920 inizierà una fruttuosa collaborazione artistica nonché una grande amicizia. Nel 1908 diventa membro della Deutscher Werkbund (lega dell’artigianato tedesco), nata a Monaco di Baviera un anno prima. Verso l’inizio degli anni Dieci inizia a dedicarsi, oltre che ai ritratti che costituiranno sempre la parte più corposa delle sue opere, alla fotografia di danza. Entra in contatto con diversi danzatori e danzatrici dell’epoca, tra cui le sorelle Wiesenthal, i coniugi Sakharoff, Mary Wigman, Gret Palucca, Sent M’ahesa. Questo periodo di interesse permette alle sue allieve Charlotte Rudolph, Nelly e Ursula Richter, di conoscere il mondo della danza espressionista tedesca a cui dedicheranno tutta o parte della loro carriera. Nel 1919 è cofondatore della Gesellschaft Deutscher Lichbildner (società dei fotografi tedeschi) la quale verrà annessa al Central-Verband Deutscher Photographen (federazione dei fotografi tedeschi) nel 1921. Nel 1922 apre una galleria dal nome “Graphisches Kabinett Hugo Erfurth” dove nel corso degli anni vengono ospitate mostre di diversi artisti, soprattutto della cerchia del Bauhaus. Erfurth è riconosciuto dai suoi contemporanei come il massimo esponente della fotografia pittorialista in Germania, nonostante il pittorialismo sia ormai considerato un genere superato e di nicchia. Ciò che lo contraddistingue sono le sperimentazioni sulle stampe a olio e le composizioni fotografiche in grado di richiamare opere di pittori suoi contemporanei. Tra il 1893 fino alla morte sono numerosissime le mostre in Germania, Belgio, Stati Uniti, Italia, Ungheria, Cecoslovacchia e Giappone, collettive e non, a cui partecipa prima in qualità di fotoamatore e in seguito come professionista. Tra queste le più conosciute e documentate sono la “Internationale Presse-Ausstellung” (anche detta “Pressa”) di Colonia nel 1928, e “Film und Foto” di Stoccarda nel 1929. Nel 1934 si trasferisce insieme alla moglie e ai figli a Colonia dove acquista un nuovo atelier a pochi metri dal Duomo. Le ragioni del trasferimento sono poco chiare, ma è probabile che Erfurth sia stato spinto a questa decisione dalla crescente clientela nella regione della Renania che lo costringeva a continui viaggi fuori casa. Dopo il bombardamento di Colonia nel 1943, nel quale l’atelier e la gran parte dei lavori al suo interno vanno distrutti, Erfurth si trasferisce definitivamente a Gaienhofen. Muore improvvisamente il 14 febbraio 1948 nel suo atelier di Gaienhofen tra le braccia del figlio Gottfried mentre preparavano l’attrezzatura per degli scatti. [Sara Morassut]
Fonti e Bibl.: Bernd Lohse, Hugo Erfurth 1874-1948. Der Fotograf der Golden 20er Jahre, Seebruck am Chiemsee, Heering 1977; Bodo von Dewitz, Karin Schuller-Procopovici (a cura di), Hugo Erfurth 1874-1948. Photograph zwischen Tradition und Moderne, Wienand, Colonia 1992; Christiane Kuhlmann, Bewegter Körper- mechanischer Apparat. Zur medialen Verschränkung von Tanz und Fotografie in den 1920er Jahren, Lang, Francoforte sul Meno 2003; Hermann e Marianne Aubel, Der künstlerische Tanz unserer Zeit, Die blauen Bücher, Königstein im Taunus 2002; Hugo Erfurth, Von der Farbe im Pigment und Gummidruck, «Photographische Rundschau», Anno XXIV, Knapp, Halle an der Saale 1910, pp. 24-26; Hugo Erfurth, Schärfe und Unschärfe in der Photographie, «Deutscher Camera Almanach», Berlino 1911, pp. 47-52; Hugo Erfurth, Zer Erkenntnis der Änlichkeit, «Photographische Kunst», Anno XIII, Süddeutsche Verlagsanstalt, Monaco di Baviera 1914/15, pp. 5-7; Hugo Erfurth, Wie ich zum Ölpigmentdruck kam, «Die Fotografie», No. 3, Halle an der Saale, Knapp 1949, p. 73; L. Fritz Gruber, Hugo Erfurth – ein Erinnungsblatt, «Photo-Magazin», Anno I, Dicembre, Monaco di Baviera 1949, pp. 43-49; Marina Castellana, Hugo Erfurth e i favolosi anni venti, tesi di laurea triennale, Università del Salento, 2007; Otto Steinert (a cura di), Sechsunddreißig Künstlerbildnisse Hugo Erfurth, Folkwangschule, Essen 1960; Otto Steinert (a cura di), Bildnisse Hugo Erfurth, Museo Folkwang, Essen 1961; Otto Steinert, Hugo Erfurth Bildnisse, Mohn, Gütersloh 1961.